Ma davvero credi che l'intelligenza assoluta sia misurabile?

 Intelligenti si nasce. O no?

Una delle più grandi (e limitanti!) credenze popolari vuole che l'intelligenza sia innata. E quella è e tale rimane.

È stato ampiamente creduto per secoli, e lo è ancora oggi, che una persona nasca intelligente oppure no e che la formazione, l'educazione, il contesto, il duro lavoro o l'allenamento nulla possano contro il limite genetico o ereditario. Ancor peggio, si ritiene che questi limiti possano essere identificati da test, pagelle o addirittura un semplice sguardo all'aspetto fisico.

 

Quello strano strumento: l'IQ test

È bene ricordare che il test che misura il quoziante d'intelligenza umana, l'IQ test, fu inventato dallo psicologo francese Alfred Binet agli inizi del 1900 per identificare bambini affetti da gravi problematiche di apprendimento. Quindi, a rigor di logica, il test al massimo può valutare la presenza di elementi riconducibili a deficit di apprendimento, ciò per cui è stato progettato. Da qui a trasformarlo in strumento di misurazione di intelligenza assoluta (o potenziale) di un individuo c'è una distanza siderale.

Oltre all'identità razziale e di genere, il mito dell'intelligenza potenziale ereditata, conoscibile e misurabile, ha alimentato un numero sconsiderato di crimini di abbandono e di abuso contro un numero incalcolabile di persone. Non di meno il mito fornisce una bella giustificazione quando le cose non vanno come si vorrebbe. Ho sentito molte persone giustificarsi con "non sono sufficientemente intelligente". Da non credere se non lo avessi sentito con le mie orecchie!

 

Ci sono tante intelligenze

Allora, iniziamo con qualche fatto concreto. L'intelligenza è più un processo che una cosa misurabile. E ce n'è più d'una. Un genio in matematica sarebbe potuto benissimo essere un musicista ancora più brillante se fosse stato stimolato a suonare uno strumento. Chi può dirlo? Un musicista mediocre sarebbe potuto essere un grande giocoliere. Una persona debole sarebbe potuta essere una persona brillante con qualche diversa scelta di vita qua e là.
Per aiutarti a visualizzare questo concetto, immagina di vedere due persone, una di finco all'altra. Una è robusta, solida, muscoli scolpiti che sembrano disegnati. L'altra è mingherlina, magra, tanto da lasciar pensare che un colpo di vento forte possa spezzarla in due. Verrebbe naturale pensare che quella più robusta sia geneticamente superiore per competere in bodybilding, ma non possiamo saperlo. Potrebbe benissimo essere che la persona più magra abbia sofferto di malnutrizione, o sia cresciuta in un luogo dove non c'erano palestre, oppure semplicemente consideri l'attività fisica troppo difficile o inutile o non piacevole. Ma non sapremo mai cosa avrebbe potuto sviluppare quella stessa persona con un altro percorso di vita. Questa è la verità.

 

I risultati non sono quozienti

Ora immagina due persone, una laureata in fisica che scrive libri sulla cosmologia di fianco ad un'altra che ha lasciato la scuola senza neanche concludere le elementari e ora si occupa delle pulizie dei bagni di una stazione di servizio in autostrada per campare. Possiamo guardare ai loro risultati e decidere chi di loro due è nata con i migliori geni di intelligenza? No.
Al massimo possiamo dare una valutazione sulle loro attuali abilità intellettuali. Attenzione ai termini "abilità" e "attuali". Il primo indica qualcosa di mutevole sotto l'influenza di allenamento specifico e l'altro, appunto, ne determina il momento della verifica. Perché se un elemento è variabile, non ha alcun senso determinarne la grandezza senza specificare il momento della misurazione.

 

Mettiti in gioco

Non importa, quindi, quali abilità hai sviluppato finora. Non è detto che siano le tue migliori doti o che sia il miglior potenziale che tu sia in grado di esprimere. Finché non provi non lo sai.
Finché non ti metti in gioco, non ti metti in discussione, non ti alleni a migliorare le tue abilità o a svilupparne di nuove non saprai mai ciò che ti riesce meglio. Ci sono tante intelligenze, quella artistica, quella matematica, quella linguistica, quella relazionale, quella... Non pensare di avere qualcosa in meno di altri. Immagina di avere qualcosa in più ed investi tempo e risorse per migliorarti. Scoprirai ben presto e da sola/o il tuo "IQ-factor".

Ah, un'ultima cosa, riguardo il test IQ, io personalmente lo avrei utilizzato per identificare, negli stessi bambini, segnali di docenti scarsamente preparati all'insegnamento... e, sono certo, con eccellenti risultati!

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